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il corpo

l'espressione

prefazione

Possono tecniche quali la Kinesiopatia o la terapia Cranio-Sacrale essere applicate al mondo della bellezza, dell'estetica oltre che a quello del benessere e della salute?

benessere, disarmonia, bellezza

Il lavoro d’estetica, negli ultimi anni, ha subito una profonda trasformazione anche se, ad un osservatore superficiale, tale cambiamento può non apparire evidente. La figura della ragazza “presso” il parrucchiere, intenta a fare manicure e pedicure, sta progressivamente scomparendo per lasciare spazio ad una moderna professionista, preparata culturalmente e tecnicamente ad affrontare le nuove richieste di un mercato sempre più attento ed esigente.

 Ormai, tecniche mirate al benessere complessivo della cliente, quali ad esempio il linfodrenaggio manuale, una volta appannaggio di pochi sperimentatori, sono  strumenti operativi della maggior parte delle appartenenti a questa categoria; l’attenzione univoca all’involucro esteriore, al solo aspetto fisico, sta lasciando spazio sempre maggiormente ad una visione integrata della cliente, affiancando l’esigenza di prendersi cura dell’aspetto esteriore alla necessità di permettere un maggior equilibrio complessivo. Sempre più spesso si sente parlare di Estetica Integrata, dove allo studio delle soluzioni innovative per l’esterno, si affianca una profonda conoscenza dell’organismo e dei suoi meccanismi biologici; nei congressi di settore, a fianco dei prodotti cosmetici, ci si interessa d’alimentazione, di salute in senso complessivo, di postura, di equilibrio corporeo.

In fondo, se ci pensiamo bene, già nell’antichità il concetto di bellezza era spesso associato al concetto di armonia, come del resto, nell’osservazione della natura e del mondo che circonda spesso è questo equilibrio che conferisce una sensazione di pace e benessere.

Possiamo, in fondo, pensare all’inestetismo come una forma di disarmonia, come ad una mancanza di equilibrio, non solo delle proporzioni, ma dell’intero sistema corporeo.

Quando osserviamo un volto od un corpo, ciò che colpisce maggiormente la nostra attenzione è tale disarmonia: fianchi o glutei eccessivamente prominenti, rispetto all’insieme del corpo; mancanza di simmetria e di proporzioni; macchie o zone con caratteristiche differenti rispetto l’insieme, che colpiscono la nostra osservazione, dandoci un senso di disomogeneità.

Anche manifestazioni che spesso interpretiamo come segni di invecchiamento, quali ad esempio le rughe o l’atonia, in realtà possono essere considerati come esplicitazione di questa disarmonia: sono, infatti, l’espressione della mancanza dell’equilibrio interiore, della omogeneità funzionale dei tessuti biologici.

l'onere dell'invecchiamento: patologia come sofferenza

Il corpo si struttura nello spazio per poter rispondere in maniera appropriata alle richieste funzionali cui è sottoposto: la stazione eretta, la prensilità delle mani, la capacità di osservazione dell’orizzonte, la mobilità, sono caratteristiche adattative che l’uomo ha sviluppato nel corso dei millenni, a prezzo di un aumento della complessità dei sistemi di regolazione corporea e di una maggiore delicatezza dell’intero corpo. Per poter fronteggiare la forza di gravità, garantendo un’efficace risposta alle richieste di interazione con l’ambiente circostante, il corpo pone come priorità il mantenimento dell’equilibrio in condizioni energeticamente economiche e confortevoli.

I tessuti connettivali, con la loro capacità di svolgere un’azione di collegamento e sostegno fra le differenti parti corporee, sono i tessuti che maggiormente risentono di questo onere, accumulando al proprio interno le differenti tensioni cui sono sottoposti.

Di fronte all’aumento delle richieste cui è sottoposto il corpo, i tessuti connettivali si adattano, si modificano per sopportare le tensioni, gli stiramenti, i “carichi”, in poche parole “accumulano lo stress del vivere”.

A questo punto qualcuno potrebbe porsi la domanda: “Ma cosa c’entra tutto ciò con l’estetica?”

Ovviamente il collegamento può non apparire immediato, ma se pensiamo al processo di invecchiamento come ad una stratificazione di tensioni che tendono a limitare l’equilibrio corporeo, appare evidente come gli inestetismi, il decadimento corporeo possono essere ricondotti ad una manifestazione disfunzionale dell’organismo o, se preferite, ad una “patologia disfunzionale”. Ad una perdita, cioè, dell’equilibrio.

La parola “patologia” spesso è spaventante ed appare lontanissima dal mondo dell’estetica, evocando termini quali malattia, ma se consideriamo il suo significato originario, “sofferenza”, allora possiamo definire certe forme di inestetismo come una sofferenza del corpo o una conseguenza di esso.

Proviamo a pensare al viso di una persona serena, tranquilla: l’armonia che esprime è sicuramente evidente, palpabile attraverso i tessuti che appaiono distesi e tonici, riconoscibile dalla pelle che può apparire serica e vellutata, dagli occhi che appaiono grandi e luminosi. Ed ora pensiamo al viso di una persona stanca e stressata, con la sua “espressione” di preoccupazione, che trasuda attraverso la pelle, quasi ad evidenziare lo stress a cui è sottoposta; poniamo l’attenzione sugli occhi che appaiono leggermente socchiusi ed acquosi associati, talvolta ad un ghigno od un sorriso di circostanza che, anziché stemperare la tensione, sembra acuirla, quasi a sottolineare i segni del tempo. Penso che fra i nostri pazienti o clienti, possiamo riconoscere più facilmente persone appartenenti al secondo gruppo piuttosto che al primo.

Se spostiamo l’attenzione dall’aspetto esteriore a quello interiore, noteremo immediatamente che la persona stressata è, innanzi tutto, tesa: spesso la muscolatura del cranio, del collo e delle spalle è spastica, la base del cranio è contratta, il respiro è più affannato e superficiale. Si stanno creando i presupposti della disarmonia tissutale: la compressione sui vasi del collo determina una minore circolazione sanguigna ed un minore drenaggio linfatico, sia per azione diretta sia tramite un’azione sul ganglio cervicale superiore. Quest’ultimo determina variazioni significative a livello del cranio quali, alterazioni circolatorie, effetti sulle pupille, alterazione della secrezione sebacea.

Il mantenersi o ripetersi spesso di una situazione simile lascia una traccia, apparentemente indelebile, nei tessuti connettivali, induce la persona ad assumere un atteggiamento “antalgico”, come per difendersi di fronte ad una sofferenza, anche se emotiva, dando luogo ad una somatizzazione. I tessuti connettivali perdono la loro armonia, il loro equilibrio, danneggiandosi e favorendo il manifestarsi di inestetismi.

La professionalità, oggi, nasce sicuramente  dalla capacità di integrare le proprie capacità con conoscenze e discipline che permettano un approccio globale con le problematiche e le esigenze del cliente, prendendosi cura sia dell’aspetto sia dell’”essere”.

il corpo - l'espressione - cellulite: soltanto un problema estetico?     pag. 2

il corpo - l'espressione - gli strumenti d'intervento?     pag. 2

 

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Centro di Kinesiologia Transazioanle S.r.l.
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